Sgariboldi intervista Leonardo Barozzi dell’allevamento Barozzi Holstein

Sgariboldi intervista Leonardo Barozzi dell’allevamento Barozzi Holstein

Nuovo cliente per Sgariboldi, premiato a livello internazionale per la fertilità della sua mandria.

Oggi la Barozzi Holstein è gestita da due generazioni di titolari, Leonardo e Gianpietro Barozzi, ma l’azienda agricola di Canneto sull’Oglio, in provincia di Mantova, ha una lunga storia che ha avuto inizio in una piccola vecchia stalla. Sgariboldi ha incontrato padre e figlio per farsi raccontare quella storia e per uno sguardo verso il futuro della Barozzi Holstein, che oggi ha scelto uno dei nostri carri miscelatori per ottenere il massimo dai propri animali.

Negli ultimi anni abbiamo raggiunto obiettivi molto alti, confermati dal premio che nel 2014 ci è stato conferito dalla Dairy Cattle Reproduction Council, un’organizzazione statunitense che valuta la fertilità degli allevamenti: siamo arrivati secondi su base mondiale, un riconoscimento di cui andiamo fieri proprio perché la fertilità è l’aspetto primario e fondamentale di un allevamento.

Quali sono le origini della vostra azienda agricola?La nostra è un’azienda storica da sempre parte della famiglia Barozzi, a partire dal bisnonno di mio padre Gianpietro. Mio nonno possedeva una piccola vecchia stalla, di quelle tradizionali con vacche legate, ne aveva dalle 15 alle 17. Poi mio padre, nel 1987, ha deciso di costruire una stalla che allora veniva chiamata “moderna”: una corsia centrale che divideva le vacche legale da un lato e l’allevamento su grigliato dall’altro, un passaggio che fu sentito come rivoluzionario. Quando mio nonno venne a mancare, per mio padre 33 vacche non erano più sufficienti a pagare un salariato, così decise di abbattere un muro e aggiungere un nuovo capannone. Abbiamo liberato le vacche, che da 33 sono passate a 100 e 120 in mungitura.

Quanti capi avete oggi e quali sono i punti di forza della Barozzi Holstein?Con il mio ingresso in azienda, la strada verso il progresso e lo sviluppo è proseguita. Nel 2010 abbiamo fatto richiesta per i fondi del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020, che sostiene e sviluppa il sistema agricolo e forestale della Lombardia. La nostra richiesta è stata accettata, così ci è stato possibile passare a 300 capi bestiame, oggi 320 in mungitura. La crescita della mandria ci ha portati alla progettazione e realizzazione di una stalla innovativa, studiata per garantire il massimo comfort ai nostri animali, che solo così hanno la possibilità di sviluppare tutto il loro potenziale genetico. Ed è proprio questo uno dei nostri punti di forza. Negli ultimi anni abbiamo raggiunto obiettivi molto alti, confermati dal premio che nel 2014 ci è stato conferito dalla Dairy Cattle Reproduction Council, un’organizzazione statunitense che valuta la fertilità degli allevamenti: siamo arrivati secondi su base mondiale, un riconoscimento di cui andiamo fieri proprio perché la fertilità è l’aspetto primario e fondamentale di un allevamento.